Il dessert è spesso emblema di momenti di grande valore aggregativo, si pensi al ruolo simbolico del panettone a Natale o ancor più della colomba pasquale, ma con un pizzico di irriverenza, anche i piatti più classici possono essere reinterpretati nel moderno filone dei finger food, per permettere al nostro cliente di poter beneficiare di una scelta più originale.
I vantaggi di questa proposta sono molteplici, perché se da un lato porzioni più piccole consentono a tutti di degustare dei dolci classici altrimenti troppo invasivi in termini di apporto calorico o glicemico, dall’altro lato, per i più golosi, rappresenta l’opportunità di assaggiare diversi dessert tradizionali in totale serenità.
Un’altra modalità di interpretazione innovativa dei classici, è quella di proporre una combinazione fra due dessert della tradizione: un’ottima occasione per sorprendere le aspettative del cliente, offrendo nel contempo una soluzione più equilibrata dal punto di vista nutrizionale.
Una soluzione ottimale può essere ad esempio quella di creare un tiramisù gourmet, sostituendo la base del savoiardo con un babà tagliato a fette e marinato con il caffe, cosi da renderlo più appetitoso e, al tempo stesso, più leggero.
Una soluzione alternativa può essere quella di partire dal classico panettone, tagliarlo a cubetti e poi scottarlo, facendo uso di zucchero di canna, mentre una possibilità ancor più sorprendente è quella di passare i pezzi di panettone in una panatura di amaretti croccanti e poi servire il risultato con una crema inglese leggera.
Se vogliamo guardare al dessert in modo alternativo, sorprendendo il cliente anche quando iniziamo da un tema estremamente classico, allora possiamo partire da una normale base di pan di spagna, inzuppato con uno sciroppo di acqua, zucchero e caffè, unire la nostra crema al mascarpone, arricchita con delle gocce di cioccolato fondente o scaglie a nostro piacere, aggiungere un tocco di cacao amaro spolverato, per poi chiudere il nostro tiramisù a forma di zuccotto: al momento della rottura del cliente con il cucchiaio, saremo certi di ottenere subito un effetto wow e la successiva degustazione non potrà che soddisfare l’aspettativa generata.
Vogliamo osare di più? Prendiamo la celebre “sbrisolona”, che già nel nome ostenta la sua origine tipica mantovana e non solo e proviamo a mischiare le carte giocando con la modernità. Proviamo quindi, a dispetto della tradizione, a presentarla all’interno di un bicchiere dal design moderno, magari abbinando una crema pasticcera alleggerita con un latte di riso o di mandorla, usando dello zucchero di canna al posto di quello classico. Ma se volete proprio strafare, potete sostituire la farina classica con una farina integrale meno raffinata, al fine di dare un ricordo ancora più rustico del dolce offerto. Vedrete di certo sguardi stupiti, ma state certi che il successo sarà totale.